Gli scavi archeologici succedutisi negli ultimi anni ad Anzola hanno prodotto una cospicua quantità di reperti, in gran parte ceramica. L’impegno richiesto per la loro sistematica pulizia e restauro, operazioni preliminari necessarie per poter avviare una fase di studio, era gravoso soprattutto in termini di risorse umane da impiegare, tanto per il Comune di Anzola quanto per la Soprintendenza regionale. La presenza sul territorio di un’associazione culturale, tra i cui soci vi erano alcune persone interessate all’archeologia e sensibili alle problematiche di valorizzazione dei beni culturali locali, è stato quindi un presupposto fondamentale per poter giungere, il 3 ottobre 2003, alla firma di una convenzione tra il Comune, la Soprintendenza ed il Centro Culturale Anzolese, convenzione rinnovata nel 2005.
Il lavoro sinergico ha quindi assicurato sin dall’inizio l’ottimizzazione di risorse e di capacità: la Soprintendenza si è impegnata a fornire un adeguato supporto scientifico e a garantire una fase formativa ai volontari impegnati nel progetto i quali, naturalmente, hanno assicurato la propria fattiva disponibilità al materiale svolgimento dei compiti previsti. Il Comune, dal canto suo, contribuisce con la disponibilità dei locali adibiti a laboratorio, con la fornitura dei materiali necessari e con il lavoro di coordinamento ed organizzazione. Il risultato finale del lavoro effettuato sui materiali sarà la loro fruizione pubblica in un contesto museale, mentre una rilevante tappa intermedia di questo percorso è stata l’organizzazione di una mostra didattico-divulgativa allestita presso la sede municipale dal 16 aprile al 10 settembre 2004.
Una parte del materiale rinvenuto negli scavi, ed in particolare la quasi totalità di quello esposto nella mostra, era già stato restaurato a cura della Soprintendenza regionale già prima della firma della convenzione.